Approfittando delle festività natalizie, ho avuto modo di organizzare un pochino meglio l'oggettistica che abitualmente mi trascino dietro fra sessioni ed eventi.
Come la maggior parte dei Dom ho una certa tendenza a collezionare attrezzature e grazie ad un intenso periodo di riordinamento e pulizie sono riuscita a ricavare un mobiletto in cui tenere quasi tutto quanto.
Sul ripiano inferiore ho sistemato le scatole con le candele, sia quelle da utilizzare sul corpo che quelle profumate per fare atmosfera, accanto il tappetino da yoga che spesso porto alle feste per evitare di legare seduti per terra.
Sul secondo ripiano ho sistemato i teli di pvc, le coppette, le cose per mummificare e qualcosa di medical tipo pinze sterili e guanti monouso oltre allo strap on nella scatola anonima.
Nel cestino in metallo ci sono i disinfettanti aperti che utilizzo per pulire le cose prima di riporle, l'anello e una corda di tossa che non dovrebbe essere li.
Sul piano superiore ci sono invece le corde, due scatole in cui tengo le piccole cose come collari, morsetti, gag e guinzagli.
Nella cassettiera in legno, ottima spesa all'Ikea, ho invece inserito vibratori, preservativi e lubrificanti.
I frustini da dressage sono conservati e trasportati invece in un tubo da disegno. Minima spesa, massima resa.
martedì 29 dicembre 2015
martedì 15 dicembre 2015
domenica 13 dicembre 2015
Eventi Goth a Roma
Era il 2003 e avevo da poco finito la terza media.
Con le orecchie e il naso forati e gli occhi truccati come un panda mi aggiravo fra i negozietti dark di Roma, cercando dei vestiti che mi facessero sembrare più grande.
Durante una delle mie scorribande mi imbattei nel volantino di una serata al Jungle.
Situato a Testaccio, il luogo era abbastanza raggiungibile coi mezzi, unica pecca l'orario, l'apertura era infatti non prima delle 23 e il mio coprifuoco era a 00.30.
Finsi di dormire da un'amica, quindi, ed affrontai la mia prima serata dark, restando poi in giro fino alle sette del mattino.
Quel mondo fatto di luce blu, fumo artificiale e merletti neri fu la mia grande epifania; un flirt, lo scoprii col tempo, tutt'altro che occasionale.
Frequentai le serate al Qube e quelle al Rock Castle, Quelle all'Alien e quelle al Big Bang, il circolo degli artisti, il Radio Cafè e via discorrendo.
Gran parte dei miei risparmi finivano per pagare le serate.
Dalla mia prima esperienza nelle disco sono passati 12 anni ed oggi come allora continuo ad apprezzarne l'estetica sebbene la mia presenza sia meno assidua.
Senza occhi truccati da panda e con vestiti che mi facciano sembrare più giovane, frequento saltuariamente le serate del Metamorfosi, quelle del Blackout e gli eventi all'Hell fire club, che una volta si chiamava Overtime.
Pur apprezzando il genere EBM e aggrotech il mio cuore resta indissolubilmente legato agli anni'80
sebbene sia raro trovare eventi dove passano esclusivamente musica di quel genere.
Recentemente ho avuto modo di partecipare proprio all'Hell fire a qualche evento e devo dire che la location è decisamente di atmosfera, la musica buona e il personale sempre molto gentile e disponibile.
Buoni anche i prezzi, più bassi della media rispetto alla zona e al tipo di locale.
Mi piacerebbe in un futuro prossimo avviare con loro un qualche tipo di collaborazione.
Le serate al Blackout sono invece un pelino più dispersive; trovo inoltre la location più freddina fino al momento in cui la sala si riempie.
Buona anche in questo caso la musica sebbene le scalette delle varie serate spesso risultino ripetitive.
La gente a questo tipo di eventi è più o meno sempre la stessa, circoscritta in un target che va dai 18 ai 40 circa, con più adulti che adolescenti.
L'abbigliamento medio è abbastanza poco curato contrariamente a quanto si potrebbe intuire.
Spesso ho avuto l'impressione di partecipare alla sagra della stecca di plastica usurata e della scarpa da ginnastica, tuttavia qualcuno vestito a modo c'è sempre.
Approfondimenti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Aggrotech
https://it.wikipedia.org/wiki/Electronic_body_music
https://www.facebook.com/pageovertime/
https://www.facebook.com/MetaMorfosiAlternativeClub/?fref=ts
https://www.facebook.com/blackoutrockclub/?fref=ts
Con le orecchie e il naso forati e gli occhi truccati come un panda mi aggiravo fra i negozietti dark di Roma, cercando dei vestiti che mi facessero sembrare più grande.
Durante una delle mie scorribande mi imbattei nel volantino di una serata al Jungle.
Situato a Testaccio, il luogo era abbastanza raggiungibile coi mezzi, unica pecca l'orario, l'apertura era infatti non prima delle 23 e il mio coprifuoco era a 00.30.
Finsi di dormire da un'amica, quindi, ed affrontai la mia prima serata dark, restando poi in giro fino alle sette del mattino.
Quel mondo fatto di luce blu, fumo artificiale e merletti neri fu la mia grande epifania; un flirt, lo scoprii col tempo, tutt'altro che occasionale.
Frequentai le serate al Qube e quelle al Rock Castle, Quelle all'Alien e quelle al Big Bang, il circolo degli artisti, il Radio Cafè e via discorrendo.
Gran parte dei miei risparmi finivano per pagare le serate.
Dalla mia prima esperienza nelle disco sono passati 12 anni ed oggi come allora continuo ad apprezzarne l'estetica sebbene la mia presenza sia meno assidua.
Senza occhi truccati da panda e con vestiti che mi facciano sembrare più giovane, frequento saltuariamente le serate del Metamorfosi, quelle del Blackout e gli eventi all'Hell fire club, che una volta si chiamava Overtime.
Pur apprezzando il genere EBM e aggrotech il mio cuore resta indissolubilmente legato agli anni'80
sebbene sia raro trovare eventi dove passano esclusivamente musica di quel genere.
Recentemente ho avuto modo di partecipare proprio all'Hell fire a qualche evento e devo dire che la location è decisamente di atmosfera, la musica buona e il personale sempre molto gentile e disponibile.
Buoni anche i prezzi, più bassi della media rispetto alla zona e al tipo di locale.
Mi piacerebbe in un futuro prossimo avviare con loro un qualche tipo di collaborazione.
Le serate al Blackout sono invece un pelino più dispersive; trovo inoltre la location più freddina fino al momento in cui la sala si riempie.
Buona anche in questo caso la musica sebbene le scalette delle varie serate spesso risultino ripetitive.
La gente a questo tipo di eventi è più o meno sempre la stessa, circoscritta in un target che va dai 18 ai 40 circa, con più adulti che adolescenti.
L'abbigliamento medio è abbastanza poco curato contrariamente a quanto si potrebbe intuire.
Spesso ho avuto l'impressione di partecipare alla sagra della stecca di plastica usurata e della scarpa da ginnastica, tuttavia qualcuno vestito a modo c'è sempre.
Approfondimenti:
https://it.wikipedia.org/wiki/Aggrotech
https://it.wikipedia.org/wiki/Electronic_body_music
https://www.facebook.com/pageovertime/
https://www.facebook.com/MetaMorfosiAlternativeClub/?fref=ts
https://www.facebook.com/blackoutrockclub/?fref=ts
sabato 12 dicembre 2015
Gothic makeup, qualche idea.
Pur non essendo una truccatrice, col tempo e con la passione ho imparato a fronteggiare l'effetto lucido evitando che le ciglia finte saltassero via a metà serata e che l'eyeliner colasse sulla faccia donando al volto quello che un caro amico una volta soprannominò il "look a bambino povero".
Avendo la pelle tendenzialmente oleosa la mia preoccupazione maggiore è riuscire ad opacizzare la base quanto più è possibile e far aderire il trucco.
Una volta applicata e assorbita la crema idratante, stendo il fondotinta in polvere di Bare Minerals nella tonalità più chiara, poi copro occhiaie e imperfezioni con il correttore e stendo un velo leggero di polvere di riso, la migliore è quella della Lepo;
Procedo quindi con il trucco con l'accortezza di utilizzare sempre prodotti waterproof.
Se voglio sbiancare il viso senza sembrare un mimo utilizzo al posto del fondotinta in polvere qualche goccia di quello bianco Stargazer, poi sfumo bene con un pennello piatto.
Come ombretti utilizzo quelli di Neve makeup e quelli di Benecos:
http://www.nevecosmetics.it/it/
http://www.benecos.eu/products-2/eyes?lang=en
Se devo stendere il rossetto uso come base i pennarelli di kiko e successivamente col pennellino vado ad applicare il rossetto.
La marca migliore per quanto riguarda i rossetti è sicuramente Chanel assieme a Mac.
La colla migliore per le ciglia finte è invece secondo me quella di Essence, utile anche per incollare i brillantini.
All'interno dell'occhio invece della matita uso un kajal in pasta che applico con un bastoncino in metallo.
Ho trovato questo prodotto a Roma, al mercato di Piazza Vittorio e lo utilizzo da qualche anno.
Contiene olio di canfora e altre sostanze utili come disinfettante, la marca è Shihgar.
una volta applicato resta tranquillamente tutto il giorno:
Per rimuovere tutto utilizzo uno struccante bifasico a base oleosa.
Un lungo periodo ho utilizzato il "Non ti scordar di me" di Lush che considero comunque molto buono:
https://www.lush.it/shop/product/product/path/224_159/id/668/Viso-Detergenti-Viso-Non-Ti-Scordar-di-Me---Struccante
Qui qualche trucco realizzato per le serate dark e fetish:



Avendo la pelle tendenzialmente oleosa la mia preoccupazione maggiore è riuscire ad opacizzare la base quanto più è possibile e far aderire il trucco.
Una volta applicata e assorbita la crema idratante, stendo il fondotinta in polvere di Bare Minerals nella tonalità più chiara, poi copro occhiaie e imperfezioni con il correttore e stendo un velo leggero di polvere di riso, la migliore è quella della Lepo;
Procedo quindi con il trucco con l'accortezza di utilizzare sempre prodotti waterproof.
Se voglio sbiancare il viso senza sembrare un mimo utilizzo al posto del fondotinta in polvere qualche goccia di quello bianco Stargazer, poi sfumo bene con un pennello piatto.
Come ombretti utilizzo quelli di Neve makeup e quelli di Benecos:
http://www.nevecosmetics.it/it/
http://www.benecos.eu/products-2/eyes?lang=en
Se devo stendere il rossetto uso come base i pennarelli di kiko e successivamente col pennellino vado ad applicare il rossetto.
La marca migliore per quanto riguarda i rossetti è sicuramente Chanel assieme a Mac.
La colla migliore per le ciglia finte è invece secondo me quella di Essence, utile anche per incollare i brillantini.
All'interno dell'occhio invece della matita uso un kajal in pasta che applico con un bastoncino in metallo.
Ho trovato questo prodotto a Roma, al mercato di Piazza Vittorio e lo utilizzo da qualche anno.
Contiene olio di canfora e altre sostanze utili come disinfettante, la marca è Shihgar.
una volta applicato resta tranquillamente tutto il giorno:
Un lungo periodo ho utilizzato il "Non ti scordar di me" di Lush che considero comunque molto buono:
https://www.lush.it/shop/product/product/path/224_159/id/668/Viso-Detergenti-Viso-Non-Ti-Scordar-di-Me---Struccante
Qui qualche trucco realizzato per le serate dark e fetish:
Qui alcuni link di video interessanti presi da youtube:
venerdì 11 dicembre 2015
BDSM, iniziazione, rituali.
Capita spesso che leggendo qualche testo relativo al BDSM alcuni amici vengano a chiedermi cosa si intenda con la voce rituali e riti iniziatici.
Non è raro che io risponda con un'alzata di spalle in modo da evitare di dilungarmi in discussioni troppo impegnative in luoghi e contesti magari inappropriati.
La verità è che entro alcune accezioni il BDSM ha moltissimo a che vedere con i rituali e con i riti iniziatici.
Erano gli anni '40 e in America si andava definendo la scena Leather, prendendo forma intorno ai moto club grazie alle influenze dell'allora movimento omosessuale assieme al bondage, portato dal Giappone dai soldati americani ed al burlesque, molto di moda a quel tempo.
In quel tipo di contesto era molto frequente che le coppie Sm, omosessuali o meno utilizzassero un codice di simboli molto preciso che si esplicava attraverso l'utilizzo di abbigliamento specifico e piercing, in modo da poter identificare a colpo d'occhio altri eventuali praticanti ed individuarne immediatamente il ruolo e la disponibilità al gioco e alle relazioni.
Dalla cultura leather deriva il simbolo del collare, ancora oggi utilizzato per sancire ed evidenziare un certo tipo di legame, indicativo dell'appartenenza di un primo individuo, lo schiavo, nei confronti di un secondo, il padrone.
All'interno delle coppie Ds, quello dell'assegnazione di un collare era un momento assolutamente peculiare in grado di stabilire una linea di demarcazione netta fra ciò che avveniva prima e ciò che sarebbe successo dopo.
Il nome del sottomesso veniva sostituito da uno nuovo col quale egli sarebbe stato presentato al resto dei membri della comunità.
L'addestramento, che spesso durava settimane o mesi serviva per istruire il novizio sul comportamento adeguato, sui codici sessuali e sulle pratiche.
Ad oggi in Italia, tranne qualche caso isolato, non esiste una regolamentazione così rigida e quasi nessuno si attiene scrupolosamente a certe etichette anche se ad alcuni, tipo me, piace ispirarsi a questo tipo di tradizione.
Se si volessero cercare delle analogie col linguaggio esoterico si potrebbe dire che il Dom funge da parte attiva e il sub da elemento passivo all'interno del dungeon-universo, costituendo gli assiomi di una sola realtà simile agli assi di X ed Y sul piano cartesiano.
Nel mio modo di vedere le cose esistono vari momenti rituali all'interno di una relazione Ds, funzionali ed utili; basti pensare alla necessità per una coppia che convive di sancire la separazione fra i momenti di quotidianità e quelli di pratica; oppure il momento della contrattazione in cui per la prima volta due persone si siedono a tavolino stabilendo le regole sul quale si reggerà la relazione, infine quella del collare che rappresenta in qualche modo la morte di un individuo libero che rinasce ed acquisisce consapevolezza esprimendo la sua nuova identità attraverso il legame.
Ogni volta che ho scelto ed educato uno schiavo al fine di assegnargli un collare, ho dato particolare enfasi prima alla parte della contrattazione, poi a quella dell'addestramento che è sempre differente, come differenti sono i collari, scelti sempre in base alla personalità e al gusto di coloro che li indosseranno.
Approfondimenti:
http://www.treccani.it/enciclopedia/iniziazione/
https://it.wikipedia.org/wiki/Leather
https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_riferimento_cartesiano
Non è raro che io risponda con un'alzata di spalle in modo da evitare di dilungarmi in discussioni troppo impegnative in luoghi e contesti magari inappropriati.
La verità è che entro alcune accezioni il BDSM ha moltissimo a che vedere con i rituali e con i riti iniziatici.
Erano gli anni '40 e in America si andava definendo la scena Leather, prendendo forma intorno ai moto club grazie alle influenze dell'allora movimento omosessuale assieme al bondage, portato dal Giappone dai soldati americani ed al burlesque, molto di moda a quel tempo.
In quel tipo di contesto era molto frequente che le coppie Sm, omosessuali o meno utilizzassero un codice di simboli molto preciso che si esplicava attraverso l'utilizzo di abbigliamento specifico e piercing, in modo da poter identificare a colpo d'occhio altri eventuali praticanti ed individuarne immediatamente il ruolo e la disponibilità al gioco e alle relazioni.
Dalla cultura leather deriva il simbolo del collare, ancora oggi utilizzato per sancire ed evidenziare un certo tipo di legame, indicativo dell'appartenenza di un primo individuo, lo schiavo, nei confronti di un secondo, il padrone.
All'interno delle coppie Ds, quello dell'assegnazione di un collare era un momento assolutamente peculiare in grado di stabilire una linea di demarcazione netta fra ciò che avveniva prima e ciò che sarebbe successo dopo.
Il nome del sottomesso veniva sostituito da uno nuovo col quale egli sarebbe stato presentato al resto dei membri della comunità.
L'addestramento, che spesso durava settimane o mesi serviva per istruire il novizio sul comportamento adeguato, sui codici sessuali e sulle pratiche.
Ad oggi in Italia, tranne qualche caso isolato, non esiste una regolamentazione così rigida e quasi nessuno si attiene scrupolosamente a certe etichette anche se ad alcuni, tipo me, piace ispirarsi a questo tipo di tradizione.
Se si volessero cercare delle analogie col linguaggio esoterico si potrebbe dire che il Dom funge da parte attiva e il sub da elemento passivo all'interno del dungeon-universo, costituendo gli assiomi di una sola realtà simile agli assi di X ed Y sul piano cartesiano.
Nel mio modo di vedere le cose esistono vari momenti rituali all'interno di una relazione Ds, funzionali ed utili; basti pensare alla necessità per una coppia che convive di sancire la separazione fra i momenti di quotidianità e quelli di pratica; oppure il momento della contrattazione in cui per la prima volta due persone si siedono a tavolino stabilendo le regole sul quale si reggerà la relazione, infine quella del collare che rappresenta in qualche modo la morte di un individuo libero che rinasce ed acquisisce consapevolezza esprimendo la sua nuova identità attraverso il legame.
Ogni volta che ho scelto ed educato uno schiavo al fine di assegnargli un collare, ho dato particolare enfasi prima alla parte della contrattazione, poi a quella dell'addestramento che è sempre differente, come differenti sono i collari, scelti sempre in base alla personalità e al gusto di coloro che li indosseranno.
Approfondimenti:
http://www.treccani.it/enciclopedia/iniziazione/
https://it.wikipedia.org/wiki/Leather
https://it.wikipedia.org/wiki/Sistema_di_riferimento_cartesiano
martedì 8 dicembre 2015
Festa privata e sessione
Sabato sera il mio amico G. ha deciso di organizzare una festicciola privata invitando qualche persona per giocare e scambiare due chiacchiere.
Nonostante qualche assenza dell'ultimo minuto l'evento è stato molto carino e si è interagito parecchio.
Saremmo stati in tutto poco meno di una ventina in un appartamento piuttosto piccolino.
Qui una foto, l'unica in cui nessuno dei presenti è mostrato in viso, per rendere l'idea dell'affluenza umana:
Reputo che in queste occasioni sia molto più semplice socializzare e trovare spunti di conversazione piuttosto che in un club; con la musica alta e la mancanza assoluta di intimità.
Ho legato un ragazzo presente con cui mi sono trovata molto a mio agio e utilizzato la cera, cosa che mi diverte sempre molto.
Le coppette da coppettazione, che qualche tempo fa avevo recensito,
(http://fetish-couture.blogspot.it/2015/11/coppette-da-coppettazione-httpsit.html ) hanno riscosso un notevole successo, piacendo soprattutto alle miss.
Prevedo una generosa inflazione nelle vendite di questo articolo per le prossime settimane.
Per mangiare abbiamo preso la pizza e ho preparato il couscous con le verdure e una torta a base di mais dato che una delle ragazze presenti era celiaca.
Non avendo grossa esperienza nel cucinare alimenti simili ho preso un preparato per torte al supermercato e mi sono strettamente attenuta alle istruzioni.
Alla fine il risultato è stato buono anche se ho notato che l'impasto è lievitato poco.
Per la festa indossavo un abito di H&M, un bustino di Fairy Goth Mother e una stola di ecopelo sempre H&M.
La parte migliore, per G. suppongo sia stata pulire i pavimenti dalla cera.
Domenica invece, dopo una doccia e qualche ora di sonno ho fatto una sessione con un nuovo bottom, conosciuto all'Sm un mesetto fa.
Quel giorno in effetti interagimmo poco al club, ma al Ritual successivo ci scambiammo i contatti iniziando a comunicare a tutti gli effetti.
Avevamo già parlato di limiti e sicurezza, ragion per cui, Domenica, siamo passati direttamente ai fatti.
Normalmente tendo a parlare poco delle sessioni private, ma in questo caso, dato che abbiamo sperimentato qualcosa di interessante ed insolito ci tenevo a mostrarlo.
Il ragazzo in questione ha mostrato interesse per le costrizioni, per cui oltre alle solite corde, che non mancano praticamente mai, ho deciso di mummificarlo con cellophane e nastro di pvc lasciando libero solamente il naso.
Per terminare il lavoro ho utilizzato circa 200 metri di pellicola e tre quarti di rotolo di pvc.
Avevo già avuto esperienze in merito, sebbene con una schiava che pesava all'incirca quanto me e devo ammettere che spostare il corpo di un uomo alto e robusto si è rivelato abbastanza più faticoso.
Alla fine ho liberato il bottom con un paio di forbici di sicurezza di quelle da pronto soccorso e ho provveduto a farlo ripulire dal sudore.
Il feedback che ho ricevuto è stato molto positivo.
Il tipo di sensazione data da questa pratica, contrariamente a quanto si potrebbe supporre viene recepita come accogliente e rilassante, per nulla claustrofobica.
Qui ancora i segni delle coppette, oramai un vero tormentone.
Ho in mente nei prossimi tempi di utilizzare le bende imbevute in acqua e gesso e creare calchi dei vari bottom da collezionare e utilizzare eventualmente come manichini per esercitarmi con le corde.
Mia unica preoccupazione quella di procurarmi un seghetto sicuro ed efficiente.
Nonostante qualche assenza dell'ultimo minuto l'evento è stato molto carino e si è interagito parecchio.
Saremmo stati in tutto poco meno di una ventina in un appartamento piuttosto piccolino.
Qui una foto, l'unica in cui nessuno dei presenti è mostrato in viso, per rendere l'idea dell'affluenza umana:
Reputo che in queste occasioni sia molto più semplice socializzare e trovare spunti di conversazione piuttosto che in un club; con la musica alta e la mancanza assoluta di intimità.
Ho legato un ragazzo presente con cui mi sono trovata molto a mio agio e utilizzato la cera, cosa che mi diverte sempre molto.
Le coppette da coppettazione, che qualche tempo fa avevo recensito,
(http://fetish-couture.blogspot.it/2015/11/coppette-da-coppettazione-httpsit.html ) hanno riscosso un notevole successo, piacendo soprattutto alle miss.
Prevedo una generosa inflazione nelle vendite di questo articolo per le prossime settimane.
Per mangiare abbiamo preso la pizza e ho preparato il couscous con le verdure e una torta a base di mais dato che una delle ragazze presenti era celiaca.
Non avendo grossa esperienza nel cucinare alimenti simili ho preso un preparato per torte al supermercato e mi sono strettamente attenuta alle istruzioni.
Alla fine il risultato è stato buono anche se ho notato che l'impasto è lievitato poco.
Verso le due del mattino l'appartamento ha preso a vuotarsi.Abbiamo finito piuttosto tardi ma ne è valsa la pena.
La parte migliore, per G. suppongo sia stata pulire i pavimenti dalla cera.
Domenica invece, dopo una doccia e qualche ora di sonno ho fatto una sessione con un nuovo bottom, conosciuto all'Sm un mesetto fa.
Quel giorno in effetti interagimmo poco al club, ma al Ritual successivo ci scambiammo i contatti iniziando a comunicare a tutti gli effetti.
Avevamo già parlato di limiti e sicurezza, ragion per cui, Domenica, siamo passati direttamente ai fatti.
Normalmente tendo a parlare poco delle sessioni private, ma in questo caso, dato che abbiamo sperimentato qualcosa di interessante ed insolito ci tenevo a mostrarlo.
Il ragazzo in questione ha mostrato interesse per le costrizioni, per cui oltre alle solite corde, che non mancano praticamente mai, ho deciso di mummificarlo con cellophane e nastro di pvc lasciando libero solamente il naso.
Per terminare il lavoro ho utilizzato circa 200 metri di pellicola e tre quarti di rotolo di pvc.
Avevo già avuto esperienze in merito, sebbene con una schiava che pesava all'incirca quanto me e devo ammettere che spostare il corpo di un uomo alto e robusto si è rivelato abbastanza più faticoso.
Alla fine ho liberato il bottom con un paio di forbici di sicurezza di quelle da pronto soccorso e ho provveduto a farlo ripulire dal sudore.
Il feedback che ho ricevuto è stato molto positivo.
Il tipo di sensazione data da questa pratica, contrariamente a quanto si potrebbe supporre viene recepita come accogliente e rilassante, per nulla claustrofobica.
Qui ancora i segni delle coppette, oramai un vero tormentone.
Ho in mente nei prossimi tempi di utilizzare le bende imbevute in acqua e gesso e creare calchi dei vari bottom da collezionare e utilizzare eventualmente come manichini per esercitarmi con le corde.
Mia unica preoccupazione quella di procurarmi un seghetto sicuro ed efficiente.
giovedì 3 dicembre 2015
Modificazioni corporee
Per modificazioni corporee, o nella versione anglofona body mod; si indicano tutta quella serie di pratiche più o meno invasive che vanno a modificare la forma originale del corpo.
Dal IV secolo a.C. l'uomo ha iniziato a perforare e tatuare il corpo, dapprima per motivi religiosi e sociali e successivamente con finalità estetiche.
Dalla mummia tatuata di Otzi, all'ombelico forato delle regine d'Egitto, quella delle mod è una tendenza tutt'altro che recente.
Fanno parte della stessa categoria dei piercing e dei tatuaggi anche la chirurgia estetica, il corset training (che approfondirò in un altro post), l'infibulazione, la circoncisione, l'amputazione per ragioni estetiche, la fasciatura dei piedi, l'allungamento delle vertebre del collo attraverso delle spirali di rame oppure la biforcazione della lingua.
Non mi interessa soffermarmi troppo a lungo sulle diatribe etiche dietro ogni singola pratica che ho elencato.
Il discorso che posso fare a riguardo è che occorre come in tutte le scelte irreversibili una grossa consapevolezza e molta motivazione, motivazione che deve sempre partire, secondo la mia opinione, da una necessità individuale e mai dal desiderio di assecondare le eventuali pressioni derivanti dal contesto sociale in cui si vive.
Le ragioni legittime per intervenire sul proprio corpo possono essere di diverso tipo; dall'esprimere un concetto più o meno complesso al ricordare un evento importante, fino alla semplice finalità estetica.
La prima volta che scelsi di intervenire sul mio corpo avevo tre anni e mezzo, era il mio primo anno di scuola materna e come tantissime altre bambine mi impuntai per farmi forare le orecchie.
Avere gli orecchini mi permetteva di identificarmi immediatamente come una femmina; più dei capelli lunghi che avevano anche alcuni maschietti e del rosa, che anche allora non amavo particolarmente.
A dieci anni avevo già dieci orecchini.
Portavo su ogni orecchio cinque piccoli brillantini.
Ammiravo sull'enciclopedia cartacea, che come tutti i miei coetanei avevo a casa, le fotografie delle popolazioni tribali, così lontane dalla realtà che conoscevo, eppure così affascinanti.
Non sapevo identificarla, eppure sperimentavo già un tipo di sensazione che solo con gli anni ho imparato a riconoscere;
Un blues simile al sospiro che segue il ritrovamento di una cartolina di cinquant'anni prima di fronte alla quale si prova una sensazione struggente, senza nemmeno aver visitato il luogo raffigurato.
Per mia grande fortuna nessuno in famiglia ebbe mai da ridire sulle mie scelte in fatto estetico e fui dapprima tollerata in quella che secondo tutti avrebbe dovuto essere una fase, e successivamente compresa e accolta in quella che evidentemente era parte della mia identità.
Attualmente ho 21 fori in varie parti del corpo di cui due dilatati a 20 mm e 6 mm, ho inoltre le sopracciglia tatuate e tre lavori, tutti sul braccio sinistro per una scelta che ha a che fare con la mia spiritualità.
Orecchio destro, dieci fori, barrette circolari da 1 mm, in titanio.
Per qualche buffa ragione questo orecchio non tollera l'acciaio al contrario del sinistro.
Alcuni fori non sono perfettamente allineati ma dato il valore affettivo ho deciso di tenerli ugualmente.
Questo orecchio è completo così, medito sull'eventuale aggiunta di un piercing al trago.
Orecchio sinistro, discorso più articolato. I dilatatori sono da 20 e 6 mm e l'industrial; l'ultimo fatto; non vuole saperne di guarire decentemente nonostante le cure.
Vorrei aggiungere un nono foro un cm circa prima del buco più alto dell'industrial.
Nosril e central labret. Senza di loro mi sentirei nuda.
Il teschio con le rose è stato fatto per rappresentare la conclusione di un periodo di malattia e cambiamento e propiziare un futuro luminoso.
Le rose sono inoltre un simbolo che ricorre nelle donne della mia famiglia.
Il nodo, che quel cretino del tatuatore ha pure sbagliato e che va ritoccato è una dichiarazione d'amore per il kinbaku.
Il piercing meno in vista del mondo. Non amo scoprire la pancia.
Il primo tatuaggio.
Realizzato da me con un ago da insulina sottratto alla mia ragazza di allora e inchiostro da disegno.
All'epoca andavo ancora al liceo e la lungimiranza non era una delle mie doti migliori.
In compenso il disegno mi piace molto e non ho mai pensato di coprirlo.
Ricalca lo stile degli scarabocchi che mi facevo sulle mani fra un compito e l'altro.
Ho molti altri progetti che vedranno la luce in tempi prossimi, fra cui un tatuaggio al plesso solare, di cui ancora non dirò altro, un memento mori in stile classico per un carissimo amico scomparso e tre nuovi piercing su capezzoli e clitoride.
Ogni tanto mi sento domandare da persone poco esperte se questo o quello faccia male, se è sopportabile e se è più o meno doloroso di qualche altra cosa.
La risposta che mediamente mi sento di dare è che No, non fa affatto male, e questo a prescindere da quale sia la domanda.
Questo tipo di approccio è dovuto sostanzialmente a due riflessioni ed una semplificazione;
La prima riflessione è che l'interlocutore vuole solamente essere rassicurato;
Io lo rassicuro, lui soffre quanto soffre per il tempo necessario ,infine il risultato è ottenuto; tutti siamo contenti.
La seconda riflessione, stavolta meno generosa verso il prossimo è che la preoccupazione del dolore evidentemente nasconde una motivazione insufficiente e quindi la necessità per l'interlocutore di imparare a valutare da solo i propri rischi.
La semplificazione invece è questa: non è che non si provi dolore nel fare certe cose, semplicemente il dolore è la parte fondamentale di un processo di realizzazione che porta su un piano tangibile qualcosa che ha origine nel pensiero.
Modificare il proprio corpo è un atto di consapevolezza che richiede un piccolo sacrificio in cambio di un passettino verso un tipo di evoluzione che non è stata stabilita dalla natura nè dal tempo nè da Dio.
I mutamenti messi in atto con questo tipo di consapevolezza sono l'esaltazione massima del libero arbitrio umano nonchè piccoli atti di ribellione nei confronti della natura; basti pensare al giovanotto che decide di affrontare un percorso per il cambio di sesso o alla bella cinquantenne che decide di investire i propri risparmi per ritoccare quel seno sceso troppo.
Perfino un tatuaggio è una cosa tutta nostra, impossibile da ereditare attraverso la genetica.
La sensazione che preferisco è quella dei piercing.
Per qualche ragione incomprensibile pur non essendo minimamente masochista trovo la cosa molto piacevole.
L'ago buca la pelle, l'afflusso sanguigno si concentra sulla zona che inizia a pulsare e infine viene rilasciata adrenalina.
Prima adrenalina poi endorfine.
Sarei molto curiosa di provare la sospensione con i ganci anche se dovrei assicurarmi che dal punto di vista igienico e di sicurezza tutto sia ok.
Qualche anno fa seguivo le esibizioni del bloody circus, ora è qualche tempo che non ne sento parlare.
Un vero peccato dato che erano gli unici a proporre situazioni simili.
Qui una loro performance:https://www.youtube.com/watch?v=uIJ43Zhh5A8
Approfondimenti:
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Modificazione_corporea
Dal IV secolo a.C. l'uomo ha iniziato a perforare e tatuare il corpo, dapprima per motivi religiosi e sociali e successivamente con finalità estetiche.
Dalla mummia tatuata di Otzi, all'ombelico forato delle regine d'Egitto, quella delle mod è una tendenza tutt'altro che recente.
Fanno parte della stessa categoria dei piercing e dei tatuaggi anche la chirurgia estetica, il corset training (che approfondirò in un altro post), l'infibulazione, la circoncisione, l'amputazione per ragioni estetiche, la fasciatura dei piedi, l'allungamento delle vertebre del collo attraverso delle spirali di rame oppure la biforcazione della lingua.
Non mi interessa soffermarmi troppo a lungo sulle diatribe etiche dietro ogni singola pratica che ho elencato.
Il discorso che posso fare a riguardo è che occorre come in tutte le scelte irreversibili una grossa consapevolezza e molta motivazione, motivazione che deve sempre partire, secondo la mia opinione, da una necessità individuale e mai dal desiderio di assecondare le eventuali pressioni derivanti dal contesto sociale in cui si vive.
Le ragioni legittime per intervenire sul proprio corpo possono essere di diverso tipo; dall'esprimere un concetto più o meno complesso al ricordare un evento importante, fino alla semplice finalità estetica.
La prima volta che scelsi di intervenire sul mio corpo avevo tre anni e mezzo, era il mio primo anno di scuola materna e come tantissime altre bambine mi impuntai per farmi forare le orecchie.
Avere gli orecchini mi permetteva di identificarmi immediatamente come una femmina; più dei capelli lunghi che avevano anche alcuni maschietti e del rosa, che anche allora non amavo particolarmente.
A dieci anni avevo già dieci orecchini.
Portavo su ogni orecchio cinque piccoli brillantini.
Ammiravo sull'enciclopedia cartacea, che come tutti i miei coetanei avevo a casa, le fotografie delle popolazioni tribali, così lontane dalla realtà che conoscevo, eppure così affascinanti.
Non sapevo identificarla, eppure sperimentavo già un tipo di sensazione che solo con gli anni ho imparato a riconoscere;
Un blues simile al sospiro che segue il ritrovamento di una cartolina di cinquant'anni prima di fronte alla quale si prova una sensazione struggente, senza nemmeno aver visitato il luogo raffigurato.
Per mia grande fortuna nessuno in famiglia ebbe mai da ridire sulle mie scelte in fatto estetico e fui dapprima tollerata in quella che secondo tutti avrebbe dovuto essere una fase, e successivamente compresa e accolta in quella che evidentemente era parte della mia identità.
Attualmente ho 21 fori in varie parti del corpo di cui due dilatati a 20 mm e 6 mm, ho inoltre le sopracciglia tatuate e tre lavori, tutti sul braccio sinistro per una scelta che ha a che fare con la mia spiritualità.
Orecchio destro, dieci fori, barrette circolari da 1 mm, in titanio.
Per qualche buffa ragione questo orecchio non tollera l'acciaio al contrario del sinistro.
Alcuni fori non sono perfettamente allineati ma dato il valore affettivo ho deciso di tenerli ugualmente.
Questo orecchio è completo così, medito sull'eventuale aggiunta di un piercing al trago.
Orecchio sinistro, discorso più articolato. I dilatatori sono da 20 e 6 mm e l'industrial; l'ultimo fatto; non vuole saperne di guarire decentemente nonostante le cure.
Vorrei aggiungere un nono foro un cm circa prima del buco più alto dell'industrial.
Nosril e central labret. Senza di loro mi sentirei nuda.
Il teschio con le rose è stato fatto per rappresentare la conclusione di un periodo di malattia e cambiamento e propiziare un futuro luminoso.
Le rose sono inoltre un simbolo che ricorre nelle donne della mia famiglia.
Il nodo, che quel cretino del tatuatore ha pure sbagliato e che va ritoccato è una dichiarazione d'amore per il kinbaku.
Il piercing meno in vista del mondo. Non amo scoprire la pancia.
Il primo tatuaggio.
Realizzato da me con un ago da insulina sottratto alla mia ragazza di allora e inchiostro da disegno.
All'epoca andavo ancora al liceo e la lungimiranza non era una delle mie doti migliori.
In compenso il disegno mi piace molto e non ho mai pensato di coprirlo.
Ricalca lo stile degli scarabocchi che mi facevo sulle mani fra un compito e l'altro.
Ho molti altri progetti che vedranno la luce in tempi prossimi, fra cui un tatuaggio al plesso solare, di cui ancora non dirò altro, un memento mori in stile classico per un carissimo amico scomparso e tre nuovi piercing su capezzoli e clitoride.
Ogni tanto mi sento domandare da persone poco esperte se questo o quello faccia male, se è sopportabile e se è più o meno doloroso di qualche altra cosa.
La risposta che mediamente mi sento di dare è che No, non fa affatto male, e questo a prescindere da quale sia la domanda.
Questo tipo di approccio è dovuto sostanzialmente a due riflessioni ed una semplificazione;
La prima riflessione è che l'interlocutore vuole solamente essere rassicurato;
Io lo rassicuro, lui soffre quanto soffre per il tempo necessario ,infine il risultato è ottenuto; tutti siamo contenti.
La seconda riflessione, stavolta meno generosa verso il prossimo è che la preoccupazione del dolore evidentemente nasconde una motivazione insufficiente e quindi la necessità per l'interlocutore di imparare a valutare da solo i propri rischi.
La semplificazione invece è questa: non è che non si provi dolore nel fare certe cose, semplicemente il dolore è la parte fondamentale di un processo di realizzazione che porta su un piano tangibile qualcosa che ha origine nel pensiero.
Modificare il proprio corpo è un atto di consapevolezza che richiede un piccolo sacrificio in cambio di un passettino verso un tipo di evoluzione che non è stata stabilita dalla natura nè dal tempo nè da Dio.
I mutamenti messi in atto con questo tipo di consapevolezza sono l'esaltazione massima del libero arbitrio umano nonchè piccoli atti di ribellione nei confronti della natura; basti pensare al giovanotto che decide di affrontare un percorso per il cambio di sesso o alla bella cinquantenne che decide di investire i propri risparmi per ritoccare quel seno sceso troppo.
Perfino un tatuaggio è una cosa tutta nostra, impossibile da ereditare attraverso la genetica.
La sensazione che preferisco è quella dei piercing.
Per qualche ragione incomprensibile pur non essendo minimamente masochista trovo la cosa molto piacevole.
L'ago buca la pelle, l'afflusso sanguigno si concentra sulla zona che inizia a pulsare e infine viene rilasciata adrenalina.
Prima adrenalina poi endorfine.
Sarei molto curiosa di provare la sospensione con i ganci anche se dovrei assicurarmi che dal punto di vista igienico e di sicurezza tutto sia ok.
Qualche anno fa seguivo le esibizioni del bloody circus, ora è qualche tempo che non ne sento parlare.
Un vero peccato dato che erano gli unici a proporre situazioni simili.
Qui una loro performance:https://www.youtube.com/watch?v=uIJ43Zhh5A8
Approfondimenti:
Wikipedia: https://it.wikipedia.org/wiki/Modificazione_corporea
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